sabato 22 febbraio 2014

Musica # 5 - Alison


And with the way you look I understand
that you are not impressed.
But I heard you let that little friend of mine
take off your party dress.

Alison - Elvis Costello



Mancavano pochi giorni a Natale, e il mio tempo in California stava finendo. Erano trascorsi quattro mesi,  e già provavo nostalgia per un periodo che a breve sarebbe diventato passato.

Nelle prime settimane del mio soggiorno americano sognavo sempre di mia madre, l’unica persona che al mio ritorno sapevo non avrei rivisto, ma adesso che a casa ci stavo per tornare davvero il sogno ricorrente era cambiato: ogni notte vivevo una specie d’incubo, quei quattro mesi e mezzo erano passati invano, non avevo imparato niente, una volta in Italia non sapevo una parola d’inglese,  in più ero il solito perdente (questa parte risultò poi essere vera).
Non avevo nemmeno trovato una ragazza, una di quelle belle californiane bionde, dal sorriso bianco e dalle forme generose, come si vedevano in TV, ma questo onestamente era l'ultima delle mie preoccupazioni.

Devo ammettere poi che passare gran parte del tempo nella cucina di ristorante popolata da messicani, a pulire calamari e a pelare spicchi d'aglio, non facilitava particolarmente la mia vita sociale, che di fatto si limitava a pomeriggi tra i baffi dei messicani e quelli della coppia gay del negozio di fiori a fianco.

Mancavano pochi giorni a Natale e al mio rientro a Venezia, non volevo tornarci a mani vuote, mi presi allora un pomeriggio libero per andare con la mia bicicletta in una specie di centro commerciale.
Dopo un ora passata in mezzo a quel tempio del consumismo americano, avevo completato i miei acquisti, con pazienza anglosassone mi misi in coda per pagare.
Quando fu il mio turno la cassiera mi fece un sorriso meraviglioso, almeno quanto i  suoi incredibili occhi blu, aveva dei capelli rosso scuro, e sulla camicia la targhetta con il suo nome: “Alison”.

Quando mi diede il resto, ci fu una specie di “tango esitation”, e sembrò che il suo sorriso fosse davvero per me, pedalai in fretta per ritornare al lavoro, con quell'immagine straordinaria nella mia testa.

Arrivato in ristorante mi sistemai nella mia postazione e iniziai a prendere le ordinazioni dal secondo cuoco, Salvador (a.k.a "L'Unto dal Signore") ma la mia mente era rimasta li, davanti alla cassiera, persa nel blu profondo dei suoi occhi.
In un momento di pausa decisi che dovevo chiamarla, prima però mi serviva la frase d’effetto iniziale, allora mi ricordai della canzone di Elvis Costello “Alison”, la melodia era dolce e le parole, per quanto mi ricordassi al tempo, romantiche abbastanza, con il ritornello che diceva “Alison, my aim is true”.

Così mi feci coraggio, recuperai il numero di telefono dallo scontrino e chiamai il negozio, alla persona che rispose dissi che volevo parlare con Alison, incredibilmente dopo qualche secondo sentii la sua voce, balbettai un mezzo saluto cercando di spiegarle chi fossi, lei sembrò capire e mi salutò con voce allegra, le dissi che adoravo la canzone di Elvis Costello e che lei era la prima ragazza che conoscevo con quel nome.


Copertina del singolo "Alison"


Lei se ne uscì con un “Who’s Elvis Costello?”  che mi gelò il sangue, il mio piano in apparenza inattaccabile era miseramente naufragato per colpa dell’ignoranza musicale di quella ragazza. Non avevo un piano “B”, e dopo pochi secondi di silenzio, attaccai il telefono.

Molto tempo dopo lessi il testo di “Alison”, non era affatto così romantico come pensavo, anzi, parlava di un incontro imbarazzante tra questo tizio e la sua ex, che già era stata con un suo amico e che adesso era felicemente sposata, praticamente l'inno di tutte le storie d'amore tristi e sfortunate.

Avessi avuto anche una sola possibilità con quella ragazza, avevo finito per scegliere la canzone sbagliata.






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